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3D, stereoscopia, realtà virtuale e contenuti immersivi: come districarsi

Dagli anni 90 ad oggi la ricerca costante nel campo tecnologico ha fatto sì che il settore della produzione di contenuti video fosse arricchito da nuove e interessanti modalità espressive. Che presuppongono diversi modi di fruizione, rispetto al classico schermo, o monitor, che per sua stessa natura è bidimensionale. Tuttavia un’ offerta così ampia e mutevole ha confuso, per gli utenti e soprattutto per i comunicatori di impresa, il panorama delle opzioni disponibili. Con la conseguenza di far nascere richieste “poco chiare“, o contraddittorie, tutte volte alla ricerca del “non ordinario“, spesso fine a se stesso. Cerchiamo di seguito di fare un po’ di ordine.




Vero o Sintetico? Virtuale o reale?

E’ la prima linea di demarcazione: nel caso del virtuale in ambito video, parliamo di creazione di contenuti sintetici, nati dentro  un calcolatore. Saranno le operazioni di rendering a dare alle immagini un impronta reale, per la possibilità di simulare, calcolandoli, gli aspetti della realtà;  come luci, ombre, materiali e processi fisici. Il risultato finale dell’elaborazione in questione verrà definito video 3D, anche e soprattutto perché i primi esperimenti e quindi i primi film erano definiti “animazioni 3d“. Se vi interessa sapere quanti fotogrammi ci sono in pochi minuti di animazione 3d e soprattutto quanto tempo è necessario per calcolarli, questo studio di produzione video 3d ha pubblicato un calcolatore di rendering
Nel caso delle immagini reali ci riferiamo a fotogrammi reali e che quindi rappresentano, “riferiscono”  la realtà, magari “aiutata”, migliorata, grazie a processi di post produzione come il color grading.
Questa è la prima classificazione da attuare quando si affronta il tema del video che non sia “classico




Filmati immersivi a 360 gradi

Si tratta di video sferici, sono i figli delle fotografie Quicktime VR, che Apple aveva introdotto per poi abbandonarle recentemente. Trovano un buon riscontro perchè immediatamente visibili su dispositivi mobili, smarphone e tablet, dotati di accelerometro.
I video a 360 gradi vr  stanno avendo un discreto successo soprattutto grazie all’introduzione sul mercato di nuove camere stand alone che permettono di registrare immediatamente video di forma sferica, quindi davanti, dietro, sopra, sotto.Hanno sostituito, o stanno sostituendo i rig composti da più camere (solitamente da 4 a 6) che venivano impiegati per lo scopo ma che al termine chiedevano una laboriosa fase di stiching, traduzione letterale di cucitura, cioè di giuntura dei 4 o 6 video. Questi video risultano fruibili  grazie all’ausilio di visori, come  Samsung Gear o Oculus.




I video immersivi si stanno affermando discretamente in ambito social e promozionale: ci sono molti esempi di video a 360 gradi nella promozione turistica o impiegati per il marketing alberghiero

 

Video Stereoscopici

La visione stereoscopica, o in tre dimensioni, esiste da molto tempo, fin dal 1800; ebbe un lancio commerciale negli anni 50 e arrivò nei cinema degli anni 80.
E’ un tipo di visualizzazione che permette la percezione della profondità, proprio come la vista umana, che avviene appunto attraverso due occhi. Per essere generata ha bisogno di due camere: al variare della convergenza, si aumenta o diminuisce la percezione di profondità.
I filmati stereoscopici possono essere reali o generati al computer. Per essere visti hanno bisogno di occhiali, i cosi detti occhialini 3d, che prima erano rossi e blu e in seguito sono stati resi più sofisticati.
Il concetto che è alla base, è mostrare per ogni occhio solo quanto registrato per quell’occhio e non l’altro. In modo da offrire un’ esperienza in tre dimensioni.

Realtà aumentata

La realtà aumentata usufruisce dell’assimilazione in tempo reale di forme forme reali, che abbina a elementi virtuali visibili in modo simultaneo. A differenza della realtà virtuale, che esamineremo tra poco, quella della realtà aumentata non si presta facilmente all’osservazione immersiva. Le immagini reali provengo in diretta dal mondo reale e sono catturate con device mobili, cui vengono inseriti contributi sintetici, bi o tridimensionali. Oppure tramite occhiali
L’arrivo sul mercato tecnologico dei recenti smartphone e della loro parte hardware permette di produrre e riprodurre contenuti in tempo reale, in sincrono con i movimenti  grazie agli accelerometri.




Ph uriel-soberanes-unsplash

Realtà virtuale

I primi esperimenti di realtà virtuale risalgono agli anni 80; si trattava di mondi costruiti in modo artificiale dal contenuto spesso irreale. Negli anni successivi al suo sviluppo la realtà virtuale ha iniziato ad espandersi sul web, mediante lo sviluppo di nuovi linguaggi di programmazione come il VRLM (Virtual Reality Modeling Language), e ha avuto un ottimo riscontro di utenti con la piattaforma Second Life.
Oggi trae vantaggio dalla diffusione di visori immersivi e da un uso propriamente ludico si sta orientando su un impiego legato al mondo produttivo, tipico dell’ Industria 4.0.
Vengono infatti uniti video a 360 gradi e mondi sintetici, entrambi resi interattivi da linguaggi di programmazione.




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