Inflazione ballerina e i mercati temono la fiammata improvvisa. Ma quando?
Con la ripresa economica dalla pandemia da Covid, anche l’inflazione ha cominciato a risalire. Non c’erano dubbi che sarebbe successo, perché i consumi stimolano l’attività economica che a sua volta stimola i prezzi di produzione. L’impennata è infatti partita dalle materie prime come petrolio, rame, energia.
C’è però una bella differenza tra una inflazione che marcia progressivamente in salita, e quella che invece si impenna. I mercati internazionali temono soprattutto quest’ultima.
L’inflazione va al trotto o al galoppo?
Per questo motivo il tema dell’inflazione è stato assai dibattuto di recente. Ogni giorno si sentono voci che parlano di una possibile fiammata dei prezzi, ma anche voci che sembrano andarci caute.
Un bel dilemma, nel quale bisogna chiedersi se i dati riflettono le oscillazioni statistiche “da pendolo” oppure siamo in presenza di un trend. La conformazione a diamante analisi tecnica (ovvero la crescita dopo la salita e poi una fase di nuova discesa prima di una nuova risalita) non aiuta a risolvere i dubbi.
Il vero problema è quando succederà…
In realtà a ben vedere questi dubbi riguardano il “quando” piuttosto che il “se“. Infatti è assolutamente certo che ci sarà un picco nella crescita e nell’inflazione, nel periodo in cui le economie avranno acquisito un forte ritmo nella ripresa. Quel che è incerto invece è quando questo periodo succederà.
Se al momento la crescita dell’inflazione è principalmente dovuta a effetti di base e ad alcune difficoltà temporanee nell’offerta, nel giro di uno o due trimestri al massimo questi fattori scemeranno. Il movimento oscillatorio dell’inflazione dovrebbe quindi continuare.
Tra diversi mesi però molti dei fattori che bilanciano gli squilibri finiranno di esserci. A quel punto l’inflazione potrebbe avere una nuova fiammata.
Il ruolo delle banche centrali
Attenzione però, perché un ruolo chiave a quel punto lo avranno le banche centrali.
Finora hanno promesso tutte (a partire dalla FED) di mantenere un ambiente di bassi tassi d’interesse per molto tempo.
Ma prima o dopo il supporto delle banche centrali dovrà essere rimosso, dovranno passare un ordine stop buy all’acquisto di titoli (quantitative easing) e cominciare ad agire anche sui tassi, alzandoli. A quel punto sull’inflazione agirà una leva in senso opposto, che la fermerà.
Il vero problema delle banche centrali è che dovranno scegliere il momento giusto per farlo. Che di sicuro non è adesso.