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Eni, cresce la produzione nel terzo trimestre 2019: l’analisi dell’AD Claudio Descalzi

Eni presenta i risultati della terza trimestrale 2019: l’analisi dell’AD Claudio Descalzi sui primi nove mesi dell’anno e le prospettive per il quarto trimestre.

Claudio Descalzi

“Risultati di grande solidità”: l’AD Claudio Descalzi parla della terza trimestrale Eni

Risultati “di grande solidità” quelli conseguiti da Eni nel terzo trimestre 2019. È l’AD Claudio Descalzi a definirli così, presentandoli: “Abbiamo conseguito nel trimestre una crescita rilevante della produzione, pari al 6%, grazie ai contributi dall’Egitto, Kazakhstan, Ghana e la prima produzione dal Messico, ottenuta a soli undici mesi dalla decisione finale di investimento”. L’AD sottolinea come la produzione crescente e i risultati della commercializzazione gas e del marketing oil abbiano permesso di generare nei primi nove mesi dell’anno “un flusso di cassa, in sensibile crescita nonostante lo scenario in peggioramento, pari a 9,4 miliardi di euro, capace di finanziare non solo gli investimenti netti di periodo per 5,6 miliardi di euro ma anche il dividendo e il buy-back previsti per l’intero anno in circa 3,4 miliardi di euro”. Il Gruppo registra un utile netto in calo del 66% rispetto all’anno precedente, a 523 milioni, e l’utile netto adjusted a 776 milioni di euro (-44% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso): numeri su cui pesano uno scenario complesso, segnato anche dall’abbassamento dei prezzi di petrolio e gas. Ma Eni, come sottolineato da Claudio Descalzi, chiude il terzo trimestre migliore di sempre in termini di produzione: 1,89 milioni di boe/giorno, in aumento del 6% escludendo l’effetto prezzo e il portafoglio e nei 9 mesi a 1,85 milioni di boe/giorno (+1,8%).

Claudio Descalzi: “Da nuovi asset spinta sviluppo, grande fiducia nel futuro”

Nel suo commento l’AD Claudio Descalzi evidenzia come, secondo quanto sembrano confermare i numeri registrati, l’efficiente portafoglio Eni annoveri “uno scenario di break-even ben inferiore a quello riscontrabile nel già difficile scenario odierno. In particolare nel terzo trimestre il Brent ha perso oltre 13 dollari/barile mentre il prezzo del gas in Europa si è ridotto di oltre il 50%, accelerando un trend in riduzione rispetto al 2018 evidente dai primi sei mesi dell’anno”. Le attese per il quarto trimestre fanno ben sperare: “Alla solidità dei risultati contribuiranno poi da fine anno l’acquisizione in Norvegia, che apporterà circa 100 mila barili giorno di produzione, e il contributo stabilizzante della partecipazione nella raffineria di Ruwais che accrescerà del 35% la nostra attuale capacità di raffinazione”. E Claudio Descalzi si sofferma anche sui “continui progressi nei business complementari del futuro, dalle bio-raffinerie, alle rinnovabili e ai primi impianti pilota waste to fuel, che in gran parte fanno leva sulla ricerca interna che sarà sempre più la nostra ‘seconda esplorazione’, volano di generazione di nuovi business”. Basi che gli consentono di guardare “al futuro più prossimo così come a quello di transizione nel medio lungo termine con grande fiducia”.

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