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Azioni Tesla, dietro il rally shock c’è chi vede il rischio di bolla speculativa

Le ultime settimane sono state dominate dalle notizie sulla diffusione del Coronavirus cinese e dalle inevitabili ripercussioni sul mondo economico globale. Ma i mercati finanziari si sono concentrati anche su un altro fattore di grande interesse: il rally delle azioni Tesla.

Azioni Telsa: bolla o realtà?

Il valore delle azioni Tesla negli ultimi 12 mesi è cresciuto del 149%. L’avveneristica casa automobilistica di Elon Musk ha per la prima volta ha raggiunto i 100 miliardi di dollari di capitalizzazione, e ha continuato la corsa fino a 170 miliardi. Un valore che è quasi uguale a quello di General Motors, Ford e Volkswagen messe assieme. Eppure Tesla vende molte meno macchine. Ad esempio, nel 2019 le sue vendite sono state appena un trentesimo rispetto a Volkswagen. Proprio per questo motivo c’è più di un analista che storce il naso, e avverte il pericolo di bolla speculativa.

Bloomberg mette in guardia

Addirittura Bloomberg si è spinto anche oltre, accostando la corsa sfrenata delle azioni Tesla a quella di un altro asset molto controverso, ovvero Bitcoin. A conferma di questa idea, vengono riportati dei dati interessanti, che addirittura farebbero ritenere che la bolla Telsa sarebbe anche maggiore rispetto a quella creatasi sul Bitcoin a fine 2017, che mandò in tilt molti siti di trading online, dove si puntava ancora sul rialzo. E come andò a finire molti se lo ricordano: la cryptovaluta crollò da 20mila dollari fino a 6mila in poche settimane.




L’analisi del RSI

Il fattore cruciale dell’analisi è l’indicatore RSI (relative strength index). Questo strumento finanziario tecnico in sostanza valuta l’entità e la persistenza dei movimenti dei prezzi, ovvero quanto è forte la spinta dei compratori. Ebbene, le azioni Tesla raggiungono un valore di 92, quando normalmente l’oscillazione si ha tra 30 e 70. Quando si va oltre questa soglia, chi opera sui mercati sa che c’è il rischio che il titolo sia troppo sovraprezzato, e che prima o poi imbocchi la via del declino improvviso. Basta un barcollio per far scattare la corsa al profitto, che innescherebbe una corsa a vendere. Successe così anche per Bitcoin, che poco prima del crollo del dicembre 2017 aveva un RSI a quota 91. Meno quindi di quello attuale di Tesla.