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BCE, situazione difficile da gestire dopo le novità da Stati Uniti e Giappone

Il ritorno al lavoro sarà assai traumatico per Christine Lagarde. Il capo della BCE nell’ultima settimana di agosto ha subito due silurate dalle due sponde dell’Atlantico: USA e Giappone. Adesso gli restano una decina di giorni di tempo per allestire una risposta, perché il 10 settembre è in calendario il prossimo meeting della Bce.

Una patata bollente per la BCE

Ma cosa rischia di rovinare gli ultimi giorni di vacanza della Lagarde? Il primo colpetto gliel’ha dato la Federal Reserve. Il suo collega americano Powell ha infatti annunciato la revisione della strategia monetaria che la Fed porterà avanti. L’obiettivo di inflazione al 2% è stato ufficialmente abbandonato, adesso si guarderà – con flessibilità – all’obiettivo di inflazione “media” al 2%. quella parolina aggiunta fa tutta la differenza del mondo, perché spiana la strada a tassi fermi ai minimi per anni.

Il secondo colpo è arrivato dal Giappone. Shinzo Abe, il primo ministro nipponico, per motivi di salute ha dovuto alzare bandiera bianca. Molti credono che con lui se ne andrà anche la sua “Abenomics”, vale a dire la politica di stimolo per rianimare l’economia. Questa si è sempre fondata su tre pilastri: politica monetaria, politica fiscale e riforme degli assetti finanziari e societari. Magari questa svolta non avverrà subito, ma forse l’anno prossimo.

Poche armi per Lagarde

E’ chiaro che adesso le attenzioni si sposteranno tutte sull’Europa. Che farà la BCE di Lagarde? Rispetto alla FED, i margini di manovra sono ridotti perché la Eurotower ha un mandato che si limita solo alla stabilità dei prezzi. La Fed invece ha anche la missione di creare occupazione. Inoltre nonostante la debolezza recente, il dollaro è sempre la valuta base dello scenario economico.
Le due armi possibili per la BCE sono l’estensione temporale dei vari bazooka monetari già in uso. In secondo luogo l’ampliamento delle munizioni con cui carica gli stessi bazooka.

Non c’è dubbio che media finanziari e central bank watchers cominceranno a tirare fuori diverse ipotesi e congetture sulla risposta che Lagarde darà tra qualche giorno. Del resto l’economia della Eurozona è in ripresa ma mica fuori dal tunnel. Sicuramente gli occhi di mercati e degli investitori saranno tutti puntati sull’Eurotower di Francoforte, perché la Bce non può limitarsi a stare a guardare, rischierebbe di rimandare in scena la frustrazione.