Brexit caos: la Consob invita gli intermediari a prepararsi allo scenario “no deal”
L’ipotesi di una “no deal Brexit” si fa sempre più concreta, e bisogna adeguarsi. I rapporti tra il Regno Unito e l’unione europea non saranno regolati dall’accordo stipulato a novembre tra la premier May e i negoziatori europei. Il Parlamento britannico infatti ha bocciato la proposta per la seconda volta.
Prepariamoci a una Brexit senza accordo
La bocciatura avvenuta alla Camera dei Comuni getta nuove ombre sul futuro delle relazioni tra Londra e Bruxelles. Adesso lo scenario “no deal” si fa più concreto, anche se la speranza è di giungere ad un semplice rinvio di Brexit che però di fatto sposterebbe solo il problema nel tempo, ma non nella sostanza. Il rifiuto dell’intesa ha aperto le porte a un nuovo voto nel quale Londra si esprimerà sull’ipotesi di no-deal. E’ uno scenario che il mondo finanziario vorrebbe scongiurare, che peraltro costerebbe all’Italia circa 23 miliardi, ma al quale bisogna comunque prepararsi.
La Consob s’è già mossa
Proprio a tal fine, s’è mossa la nostra Consob. La commissione di vigilanza italiana ha già dato mandato agli intermediari finanziari di informare i propri clienti sugli effetti e sulle conseguenze di questo scenario. L’elenco comprende le banche italiane che operano in Gran Bretagna, quelle britanniche che operano in Italia e anche la lista dei broker autorizzati Consob, che dovranno informare tempestivamente e in modo completo la propria clientela sugli effetti e sulle conseguenze di un no-deal sui servizi d’investimento.
Lo scopo è quello di offrire la maggiore tutela possibile ai risparmiatori, visto il contesto fortemente incerto. Tra due settimane appena sarebbe prevista l’uscita della Gran Bretagna dal Regno Unito, ma non c’è ancora una vera e concreta idea su come avverrà questo addio. Nella su ultima nota la Consob ha altresì richiesto agli intermediari, alle banche e alle società d’investimento, di adottare provvedimenti precauzionali volti a prepararsi allo scenario no-deal, come ad esempio il “passaporto europeo”, che è un documento necessario per fornire servizi d’investimento nella Ue.