Cantieri, impianti e time lapse
Applicato al settore dell’edilizia, il time lapse comporta notevoli vantaggi non solo per gli addetti ai lavori. Ad esempio, permette di monitorare le varie fasi del processo di costruzione e si presta a essere utilizzato come un potente strumento di marketing e comunicazione di un cantiere. Il timelapse offre la possibilità di mostrare in pochi minuti ciò che viene realizzato nell’arco di mesi o addirittura anni. La sua capacità di condensare e manipolare il tempo la rende una tecnica davvero preziosa e dall’impagabile valore aggiunto. Come nell’esempio del cantiere di questa industria.
Quante immagini registrare?
La cadenza degli scatti in un time-lapse, in base al tipo di attività, può avere un range più o meno ristretto.
Per mettere in evidenza il traffico su una strada, ad esempio, o dare risalto al decollo e all’atterraggio degli aerei, in genere viene scattata un’immagine al secondo. Per rappresentare al meglio fenomeni atmosferici come le nuvole o il passaggio dal buio alla luce, solitamente si procede con uno scatto compreso tra gli uno e i cinque secondi. Una cadenza più elevata, tra i 15 e i 30 secondi, viene invece riservata ai fenomeni astronomici.
Per tutti i casi sopraccitati, è sufficiente dotarsi di una buona macchina fotografica, preferibilmente mirrorless, un intervallometro e uno slider motorizzato da gestire in sincrono. Per facilitare lo stoccaggio dei dati, sarà bene munirsi anche di schede dall’alta capacità. Infine, per evitare contrattempi con l’alimentazione, sarà meglio portarsi dietro delle batterie aggiuntive o ricorrere a dei pratici ed economici battery pack.
Spazio necessario
Quando i tempi di produzione si dilatano per mesi o addirittura anni, occorre inserire le camere in un sistema che ne permetta l’alimentazione e che ne assicuri un controllo pressoché totale da parte dell’operatore. Nell’edilizia, la maggior parte delle costruzioni viene ripresa con uno scatto tra i tre e i cinque minuti. Ne consegue molto spesso una perdita nella fluidità del movimento.
Per proteggersi da un simile inconveniente, tipica dei timelapse di lungo periodo, non resta che eseguire un buon numero di scatti, così da avere un buon margine in fase di postproduzione. Tuttavia, nonostante offra la massima flessibilità operativa, un simile approccio richiede un esoso consumo di risorse in termini di stoccaggio. È consigliabile, quindi, optare per un compromesso e non scendere sotto i 30 secondi; anche nel caso vengano toccati i 1000 fotogrammi al giorno per camera. Per avere un’idea dello spazio da destinare allo stoccaggio dei dati questo studio specializzato in time lapse e video in cantieri ha reso disponibile un calcolatore per time lapse.
Telecamere : una è sufficiente?
Per il time lapse di lungo periodo non basta una sola camera, ma occorre utilizzare due o più camere, così da poter disporre di punti di vista differenti, nonché di maggiore libertà in fase di montaggio, potendo contare su una più ampia scelta di materiale.
È importante prestare molta attenzione al posizionamento delle camere: la scelta dell’ottica da utilizzare dipende dai luoghi in cui si decide di posizionarle. Per evitare complicazioni, sarà fondamentale stabilire una buona comunicazione con progettisti e operai, di modo che, con l’avanzare dei lavori, il soggetto non rischi di uscire fuori dall’inquadratura.
Flickering e motion graphic
Oltre alle riprese, un altro passaggio delicato nella prodzione di un time lapse specialmente se di lungo periodo, è quello della postproduzione. Ciò che rende particolarmente complicata questa fase è il flickering, ovvero lo sfasamento di luce dovuto al continuo avvicendarsi del giorno e della notte, e quindi di luci e ombre, rilevato nel momento in cui i fotogrammi vengono messi in sequenza una volta ultimati i lavori. L’unico modo per ridurre questo spiacevole fenomeno consiste nell’utilizzare degli appositi software stand alone o dei plugin, capaci di rendere uniforme la curva di luminosità delle immagini. In commercio se ne trovano di diverso tipo: alcuni, come LRTimelapse o TLTools, sono pensati per sequenze brevi e lavorano solo con file Raw; altri, come GBDeflicker o SapphireDeflicker, sono progettati per integrarsi nei sistemi di postproduzione.
Per concludere, per quanto spesso sottovalutato, non possiamo non citare quello che è a tutti gli effetti un potente strumento promozionale per i video di cantieri e impianti, la Motion Graphic, il cui impiego permette di visualizzare e controllare un ampio spettro di parametri: dai diversi elementi tecnici al numero delle maestranze impiegate nella costruzione degli edifici.
Giuseppe Galliano Studio
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