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Economia al centro delle presidenziali, in Brasile comincia il duello Lula-Bolsonaro

Il terreno più importante sul quale si giocherà la partita delle prossime presidenziali in Brasile, in programma nel 2022, è l’economia.
Il paese sudamericano è stato travolto dall’ondata Covid, che ha fatto emergere tutte le sue fragilità strutturali. Dando per scontato che di qui all’inizio del prossimo anno, la battaglia contro il Covid si sarà messa sulla strada giusta, il vero scontro politico sarà sulla ricetta per risollevare l’economia brasiliana.

Battaglia elettorale ed economia brasiliana

C’è un dato di fatto molto importante da cui partire. Lo scontro del 2022 vedrà in campo un protagonista atteso, ossia l’ex presidente Lula. L’8 marzo scorso infatti, è stata annullata l’accusa di corruzione nei confronti dell’ex-Presidente (condanna a 12 anni), e quindi verrà meno quell’impedimento che aveva tagliato Lula fuori dalla corsa alle elezioni del 2018.
Si profila quindi la sfida tra Lula e Bolsonaro, il primo di sinistra e l’attuale presidente di conservatore di estrema destra. I temi di scontro saranno la gestione della pandemia e la futura politica economica.

Va evidenziato come l’attuale presidente ha sempre minimizzato l’emergenza sanitaria, invogliando i cittadini a fregarsene e andare comunque a lavorare. Nel frattempo, il suo governo ha realizzato un grande stimolo fiscale, per sostenere la domanda interna e limitare l’aumento della povertà.

Il programma e le riforme

Ma gestire l’emergenza è un conto, programmare una ripresa robusta è un’altra. I due candidati dovranno presentare il proprio programma per rilanciare l’economia del Paese, al quale anche gli hedge funds più grandi al mondo guardano con sospetto.
Sotto questo aspetto, Lula può sventolare i successi ottenuti in campo economico dalle sue due amministrazioni (2003-2010). Portarono più crescita, maggiore inclusività e difesa dell’ambiente. Bolsonaro invece dovrà darsi da fare nei prossimi mesi, durante i quali avrà ancora in mano il timone, per far vedere che è capace di traghettare il Brasile fuori dalla crisi recessiva dell’economia.

Il Covid ha spinto l’economia al ribasso

Non sarà compito facile, per nessuno dei due. Il quadro macroeconomico attuale presenta diverse criticità. La pandemia le ha accentuate. Nel 2020 l’attività economica si è contratta del 4,5%, il tasso di disoccupazione è salito e l’indice di povertà è cresciuto. La recessione è stata profonda e anche la valute ne risente. Il cambio euro real brasiliano e quello con il dollaro hanno perso quota. Sono intanto aumentate le spese per sussidi e di sostegno all’occupazione, ma anche la spesa sanitaria. Il disavanzo totale è salito al 14,5% del PIL e il debito pubblico lordo al 95,6% del PIL nel 2020.

Insomma, chiunque vincerà la corsa alla presidenza, avrà una bella gatta da pelare.