Giornata della Memoria: la Shoah
Il 27 gennaio si celebra la Giornata della Memoria. L’intento non è semplicemente di ricordare quanto è successo, bensì di rappresentare un monito che possa essere utile a tutte le generazioni, anche a quelle che non hanno vissuto il dramma della Shoah.
Lo scopo delle manifestazioni che si svolgono, e anche di chi ne parla, è di aiutare le persone a capire come possa essere successo in modo che siano vigili e non permettano che una tale tragedia si ripeta.
Per comprendere l’Olocausto e chi c’era dietro bisogna fare un passo indietro. Molto prima che iniziasse la Seconda Guerra Mondiale, alcuni psichiatri tedeschi, avevano concepito l’agghiacciante teoria dell’igiene razziale.
Era il 1909 quando gli psichiatri Alfred Ploetz e Ernst Rüdin fondarono la società Tedesca per l’Igiene Razziale con la quale esortavano a distruggere le persone secondo loro indegne di vivere, cioè quelle che ritenevano “inferiori”.
Secondo Rüdin tutte le nazioni dovevano confrontarsi ogni giorno con una schiera di persone inferiori da un punto di vista sia mentale che fisico e la soluzione a questo era l’eutanasia seguita da una legge sulla sterilizzazione dell’uomo, in modo che non nascessero più persone inferiori.
In seguito, nel 1920 un altro psichiatra, Karl Binding, insieme ad un avvocato che poi divenne ministro della Giustizia del Reich Nazista, pubblicarono un libro intitolato “Autorizzazione a distruggere la vita indegna di vivere”. Secondo questi “dottori” l’eutanasia dei disabili mentali era un “puro atto di guarigione”.
Il bersaglio della psichiatria furono dapprima i neri, ritenuti “non particolarmente intelligenti” e poi gli ebrei. Rüdin fu il primo a firmare la legge per la sterilizzazione in Germania per i bambini di colore e quelli ebrei. Furono sterilizzati 350.000 tedeschi ritenuti inadeguati ad avere figli.
Nel 1940 furono fatti i primi esperimenti con il gas, chiamati killing test (to kill significa uccidere) nell’istituto di Brandeburgo. Dato che i diciotto pazienti morirono l’esperimento fu ritenuto un successo e in seguito qualcosa come 300.000 di quelli che loro ritenevano disabili mentali furono uccisi da questi programmi psichiatrici. Rüdin più tardi disse: “Solo grazie al Fuhrer il nostro sogno, formulato trent’anni fa, di attuare l’igiene razziale nella società è potuto diventare reale.”
Queste furono le basi, poste decenni prima, su cui si basò l’Olocausto, il genocidio perpetrato dalle autorità tedesche della Germania nazista.
Tra il 1933 e il 1945 furono circa 16 milioni le vittime dell’Olocausto, tra cui vi furono circa 6 milioni di ebrei. Perché viene chiamato Shoah? Proprio per la sua natura.
L’Olocausto fu il genocidio degli ebrei e in ebraico, Shoah significa catastrofe, distruzione. Circa due terzi degli ebrei presenti in Europa venne segregato nei campi di sterminio dove trovò la morte.
Ricordare è un atto d’amore, di pietà, ma anche di fede. Fede nel genere umano che, ricordando, prende coscienza di come poche persone, caratterizzate da idee folli, se non fermate, possano dar vita a guerre e tragedie.
Tutti noi sappiamo che tutti gli uomini, indipendentemente dal colore della pelle e dal credo religioso, sono tutti uguali. È stato stabilito nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani del 10 dicembre 1948. Ma dato che, purtroppo, c’è sempre qualcuno che approfitta di situazioni per seguire pensieri e concetti “malati” tantissime persone e associazioni monitorano costantemente la società e denunciano crimini perpetrati ai più deboli.
Il Comitato dei Cittadini per i diritti dell’uomo è un’organizzazione senza scopo di lucro fondato dal professore di psichiatria all’università di New York, Thomas Szasz, e dalla Chiesa di Scientology.
Lo scopo del Comitato è di vigilare sulla società e di denunciare gli abusi psichiatrici sul nascere per fare in modo che i più deboli siano protetti, ma anche che non si ripresentino le condizioni nelle quali persone come Rüdin, Adolf Hitler, Binding e altri come lui potrebbero gettare i semi per tragedie come la Shoah.