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Chinesiologia e senso della vita

Kinesiologia e senso della vita

Da tutto quanto si sia scritto e letto della chinesiologia, io credo fermamente che si possano trarre alcune considerazioni.

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La psicologia occidentale ha avuto un suo percorso che gli ha attribuito anche successi, ma si è applicata all’uomo occidentale soprattutto nella patologia e nello studio della psicologia complessa, quella che studia le sindromi, le nevrosi, le psicosi, una quasi scienza nata con la nascita della civiltà industriale.

Come se l’uomo fosse un pezzo di questa industria la psicologia ha cercato di “riparare” la sua psiche. 

Nel riadattare e rimettere in gioco l’uomo in questa “nuova” civiltà lo si è allontanato sempre di più dalla sua essenza, rinunciando progressivamente alla domanda fondamentale, cioè che cosa è l’essere umano o cosa dovrebbe essere.

In più si è reciso il rapporto con l’anima, considerato da tanta psicanalisi una forma di narcisismo e di infantilismo di chi semplicemente non è in grado di stare da solo in piedi sulla terra e ha bisogno anche in età adulta di un papà e di una mamma a cui affidarsi. 


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Si rischia, in questo modo, di sottoporsi ad anni dall’analista senza che questa sofferenza trovi un vero sollievo.

Spesso si cambia da una scuola psicologica a un’altra con l’unico risultato di cambiare cella nello stesso carcere, dove il carcere è la vita. 

Si dice che ormai la psicologia cambi orientamento ogni cinque anni, come fossero trend legati alla moda. 

Alcune nevrosi escono dai manuali diagnostici e vengono riconosciute come caratteri comuni alla società, così diffuse che non ha più neanche senso tentare di correggerle (è successo al narcisismo); insomma mancano dei punti fermi ai quali fare riferimento.

Innanzitutto la psicoanalisi si basa soprattutto sulla parola e la parola è ingannevole, anche quando emerge dall’inconscio.

La parola è ingannevole perché prevede inevitabilmente l’intervento della razionalità, cioè dell’emisfero sinistro.


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Prima o poi è necessario, infatti, fare il punto e la razionalità mette insieme tutti i dati e li elabora in un racconto. Le recenti scoperte dei neuro-scienziati spiegano bene che l’elaborato della razionalità è la cosa più lontana dalla realtà. La razionalità “se la racconta”.  

Per fare un esempio: mentre l’emisfero sinistro (la razionalità) sta decidendo di uscire di casa per una corsa dimagrante, il destro (gli impulsi inconsci, i sentimenti, tutto il resto…) è sdraiato sul divano con una vaschetta di gelato davanti agli occhi.

Quando poi avremo mangiato un po’ o forse tutto quel gelato, l’emisfero sinistro, la nostra razionalità, ci spiegherà che quel giorno ce lo meritavamo quel gelato per questo e quest’altro motivo e che è giusto così.

E così di racconto in racconto si giunge alla fine della propria esistenza avendo capito poco di stessi, ma convinti aver capito tutto.

Restano senza risposta le domande fondamentali: 

Chinesiologia in rapporto alla psicologia

L’intuizione della Kinesiologia di ripartire dal corpo, anche dal punto di vista psicologico, è decisiva. 

Il corpo è il centro di tutto e come detto in precedenza è “pensante”: Si passa quindi dalla mente che “interpreta” al corpo che “svela”, e la differenza è tanta. 

Questo non significa che il professionista sarà in grado di dire chi siamo e dove andiamo, ma sicuramente ci orienterà su una strada che anche se non è esattamente la via del Tao, sarà una strada di salute anche mentale.


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Il compito che si pone questa materia è quello di ripartire dal corpo dell’individuo e non dalla sua razionalità, è ben comprensibile ma molto difficile da vivere nella società occidentale.

Il corpo, come la natura, ci racconta che esistono delle leggi eterne e che basta l’osservazione per capire che non se ne possono inventare altre.

La razionalità unita alla fantasia umana invece vorrebbe crearne ogni giorno di nuove, del tipo “ a me fa bene dormire di giorno e non la notte” oppure “mi nutre meglio una confettura industriale di lamponi piuttosto che dei lamponi appena colti”.

In questo “relativismo” vale tutto e tutto può essere imposto, soprattutto dai mezzi di comunicazione. E’ una specie di esaltazione del concetto di “libertà individuale”, e il pensiero che non si possa davvero far tutto ciò che si vuole ci frustra.

Naturalmente ognuno è in teoria libero di decidere della propria vita: può chiudersi in casa a vent’anni o innamorarsi a ottanta, ma dal punto di vista psicologico la mappa dei cinque elementi ci spiega già quello che ci potrà succedere. 

Se l’operatore troverà al ventenne un deficit nel Fuoco, forse un ragionamento legato alla psicologia del ragazzo se lo potrà fare e in questo senso il diagramma dei Cinque Elementi fornisce un orientamento indispensabile.

Non credo, invece, si possa “lavorare” su difficoltà psicologiche senza avere un’idea del sano vivere psicologico.

Naturalmente, come sempre si dice, la Mappa non è il Territorio, quindi i Cinque Elementi non potranno essere utilizzati come il Manuale Diagnostico degli psichiatri.

Il Corpo rimane la Guida.


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Perché quello che fa bene al Corpo dà Gioia e assecondare la Natura vuol dire far vivere in armonia anche la Psiche. 

Se poi ci si chiede:

Il discorso si complica e non credo possa essere affrontato in questo articolo per la sua complessità ed impossibilità di risoluzione.

Come diceva Jung: “Non siamo noi che possiamo guardare l’Anima, ma è lei che guarda noi”