Vendere oro usato che non utilizziamo più è un modo per ottenere liquidità in modo veloce, un modo per risolvere le difficoltà economiche in questo periodo storico in cui il lockdown da coronavirus ha portato molte persone a trovarsi con poca liquidità.
Come già accaduto in altri momenti storici, come la crisi del 2008, chi voleva vendere oro usato sotto varie forme come gioielli , monete o lingotti ha avuto la possibilità di monetizzare il valore di questi oggetti in oro vendendo ai vari compro oro Firenze o di qualsiasi altra città.
In occasione del lockdown, al contrario della crisi del 2008, la chiusura delle attività ha coinvolto anche i compro oro, questo ha determinato la scelta obbligata, da parte di chi aveva impellente necessità di liquidità, di rivolgersi ai banco dei pegni a cui è stato concesso di proseguire la propria attività.
Il banco dei pegni non acquista direttamente gli oggetti ma concede un prestito in base al valore dell’oggetto che viene lasciato in garanzia del prestito ottenuto.
In caso in cui il prestito non venga onorato secondo le condizioni prestabilite gli oggetti in oro o preziosi di vario genere passano direttamente di proprietà al banco dei pegni.
Questo passaggio di proprietà avviene però senza alcun ulteriore compenso per chi ha messo in pegno oro o altri oggetti preziosi, anche se la quotazione oro che viene erogata in prestito è molto inferiore rispetto al valore dell’oro usato lasciato in garanzia.
In caso non si sia in grado di onorare il prestito ottenuto si determina una perdita consistente del reale valore degli oggetti in oro rispetto al valore che ci sarebbe stato riconosciuto da un compro oro.
Per questo motivo la soluzione migliore per chi vuole vendere oro usato è quella di aspettare la riapertura dei compro oro, che non fanno prestiti, ma acquistano direttamente gli oggetti in oro ma ad un valore nettamente superiore rispetto a quello che viene riconosciuto dal banco dei pegni.